Terna: «La stazione elettrica di Vaiano non serve più»

Terna: «La stazione elettrica di Vaiano non serve più»

L’infrastruttura perciò non si farà. A farlo sapere è l’azienda che gestisce le reti per la trasmissione dell’energia elettrica. La motivazione l’avanzamento delle tecnologie, che consentono soluzioni alternative per risolvere i problemi della rete. Il sindaco Bosi: «Un grande risultato per la valle»

VAIANO. La stazione elettrica di Vaiano allo studio di Terna non serve più, perciò non si farà. A farlo sapere è l’azienda che gestisce le reti per la trasmissione dell’energia elettrica. La motivazione l’avanzamento delle tecnologie rispetto al 2010, anno in cui cominciò lo studio di Terna sulla rete valbisentina e sull’area vaianese, che consentono allo stato attuale delle cose di trovare soluzioni alternative alla stazione per risolvere i problemi della rete – e cioè il rischio di disalimentazione elettrica in alcune zone, per evitare il quale, spiega l’azienda, è necessario un potenziamento della rete.

«Nel 2010 la soluzione tecnica ai problemi del sistema elettrico nell’area circostante a quella valbisentina era la realizzazione di una nuova stazione elettrica – spiega il responsabile affari istituzionali e autorizzazioni di Terna Stefano Conti –. A distanza di 7/8 anni tuttavia la tecnologia si è evoluta, e ci viene in aiuto per rispondere all’esigenza delle rete con altri apparati, che costituiscono una soluzione alternativa rispetto alla stazione». Nello specifico, si tratterebbe di apparati elettrici diffusi, che saranno installati progressivamente sulla rete.

«Grazie a queste nuove tecnologie, abbiamo riesaminato la situazione e da alcuni mesi, cioè dalla fine dell’estate 2017, stiamo studiando la soluzione  – continua Conti –. A questo punto siamo molto confidenti che questa possa risolvere il problema del sistema elettrico (per il via definitivo manca solo di concludere alcuni test), garantendone la sicurezza e assicurando il servizio pubblico, che è il nostro dovere, superando dunque la necessità di avere una nuova stazione elettrica a Vaiano. Anche perché – spiega Conti – la stazione allo studio per Vaiano sarebbe stata molto piccola (rispetto gli standard nazionali ed internazionali) e questo ha comportato come vantaggio la possibilità di sostituirla, grazie alle moderne tecnologie, con apparati differenti».

Restano di proprietà di Terna i capannoni l’area dell’ex Rivatex a Moschignano, nel Comune di Vaiano ma al confine con quello di Cantagallo, per una superficie di circa 9mila metri quadrati, acquisiti il 13 luglio scorso in seguito all’asta tenutasi la scorsa primavera. Ma sembra essere l’ultimo dei problemi per l’azienda che, ha fatto sapere, ha perso interesse nell’area di Vaiano.

Esprime la sua soddisfazione per la notizia il sindaco di Vaiano Primo Bosi: «Siamo felicissimi di questo grande risultato, che è davvero molto importante per la valle – commenta il primo cittadino –. È una grande notizia che accogliamo con enorme soddisfazione. In questo momento il mio grazie va a tutti coloro che in questi anni hanno tenuto alta l’attenzione sul tema, dal Comitato No Sev ai cittadini, dell’ex sindaco Annalisa Marchi al Governo (in particolare nella persona di Antonello Giacomelli) a Terna stessa, che si è adoperata per risolvere quello che poteva essere un grosso problema per questo territorio. Dopo gli ultimi incontri fatti in estate, l’azienda ha infatti studiato delle soluzioni per dare una risposta tecnologica alla questione».

Più misurata la reazione del Comitato No Sev: «Rispondiamo alla notizia con cauto ottimismo – afferma la presidente Silvia Sorri – e ci riserviamo di vedere l’evoluzione della cosa. Se quanto affermato da Terna fosse vero, sarebbe una grande notizia, e darebbe ragione a quanto stiamo dicendo, pur nella nostra “ignoranza”, già da un paio d’anni riguardo alle tecnologie, non aggiornate ai tempi, della rete». A spingere il Comitato nella direzione di pensare che l’epilogo della vicenda possa essere realmente questo è il fatto che i termini per il vecchio progetto (quello di Savignano, l’unico mai presentato al Ministero) siano ormai scaduti.

FONTE: Tirreno

Dal blog di fabriziaprota