Rapporto sulla scuola pratese 2015

Rapporto sulla scuola pratese 2015

Giovedì 14 aprile 2016

Rapporto scuola

Rapporto sulla scuola pratese 2015. Ancora in crescita gli studenti, alle superiori altri mille nei prossimi cinque anni. L’abbandono scende al 17,8%

Citarella: “Impegno per costruire e sostenere il sistema dell’alternanza scuola-lavoro”. Bugetti: “Agire su collegamento fra secondaria di primo e secondo grado”

PRATO – Ancora in crescita la popolazione scolastica pratese, in particolare alle superiori, dove nei prossimi cinque anni arriveranno altri mille studenti. In lieve flessione l’abbandono scolastico, che si attesta sul 17,8 (era al 20% cinque anni fa), ma in prima superiore ben il 30% non ottiene la promozione e il 21% ce la fa solo a settembre. Gli stranieri complessivamente sono il 24% ma due terzi di questi sono nati in Italia. Focus sui corsi di formazione per chi ha abbandonato le lezioni, i cosiddetti drop out.

Sono in sintesi i contenuti del Rapporto dell’Osservatorio scolastico provinciale sulla scuola pratese 2015 presentato questa mattina a palazzo Buonamici. Il vice presidente della Provincia Emiliano Citarella, Sandra Traquandi della Regione Toscana e Paola Tassi, consigliera provinciale delegata all’Istruzione hanno aperto l’incontro con dirigenti scolastici, docenti e addetti ai lavori.

La priorità della scuola pratese e di quella italiana è sicuramente agire sul collegamento fra secondaria di primo e di secondo livello, che rappresenta l’anello debole del sistema – è il commento della consigliera regionale Ilaria Bugetti, vice presidente della Commissione regionale che si occupa di istruzione – I dati pratesi confermano che quella intrapresa dal progetto regionale, rivolto proprio al drop-out, è la direzione giusta”.

Il vice presidente Citarella e anche la consigliera Tassi hanno invece sottolineato come alla Provincia spetti il compito di strutturare e sostenere il sistema dell’alternanza scuola lavoro. “E’ uno dei cardini della nuova legge perché può essere una risposta efficace alle difficoltà di dialogo e integrazione fra mondo della scuola e del lavoro. E per alcuni indirizzi, per esempio i licei, è un percorso tutto da costruire. Dobbiamo lavorare insieme alle parti sociali, alle associazioni e alle imprese”.

Sulla lotta alla dispersione e all’abbandono sono tornate con forza anche Maria Grazia Ciambellotti e Sofia Toninelli, assessori alla Scuola di Prato e Carmignano. “E’ necessario personalizzare il più possibile i percorsi di recupero e prevenire il disagio, intercettando in anticipo sui segnali che già arrivano dalla scuola primaria e secondaria di primo livello”. Interventi sono venuti anche da Erminio Serniotti, presidente della Rete Istituzioni Scolastiche Prato, Francesca Baroncelli del sistema Istruzione e Formazione Professionale della Regione e Monica Marinari, orientatrice della Fil.

Paolo Sambo, curatore del Rapporto e ricercatore Fil ha illustrato i numeri 2015 soffermandosi su stranieri, disabili, esiti scolastici del 2015 e abbandono.

POPOLAZIONE SCOLASTICA – Conta complessivamente circa 37mila studenti. Alle superiori gli studenti sono 10.417, in costante incremento, mentre nella scuola primaria i numeri sono stabili e in quella dell’infanzia in lieve diminuzione. Negli ultimi cinque anni a crescere sono state la scuola superiore, mille studenti in più (il 12%), e la media inferiore (+7%). Nei prossimi cinque anni le superiori dovranno accogliere altri mille studenti.

LE SCUOLE SUPERIORI – Con questo anno scolastico va a pieno regime la riforma Gelmini con i primi diplomati. Rispetto alla situazione precedente alla riforma a Prato sono cresciuti i licei, hanno tenuto molto bene i tecnici mentre si sono indeboliti i professionali. Il Buzzi con 1.739 alunni è la scuola con più studenti, seguono Gramsci-Keynes (1.492) e Copernico (1.430). Il 12% (1.324) di chi studia a Prato proviene da fuori provincia, un terzo di questi frequenta il Buzzi. 1.614 (15%) sono invece coloro che, residenti a Prato, frequentano istituti di altre province, soprattutto a Firenze e Pistoia.

GLI ALUNNI STRANIERI – Nell’anno in corso sono 9.000 alunni di nazionalità non italiana (24,3%), il 13% è entrato per la prima volta nel sistema scolastico pratese, ma il problema vero sono i 4-500 arrivi in corso d’anno, la metà dei quali alla primaria. Prato si conferma ancora la prima provincia italiana per percentuale di stranieri. Gli studenti di nazionalità cinese sono quasi la metà, il 47%, ma le nazionalità rappresentate sono ben 85. Alle superiori gli stranieri sono il 17%, in prima raggiungono il 27% in quinta scendono all’8%. Complessivamente però circa due terzi degli studenti stranieri, cioè il 73%, sono nati in Italia. Considerando le scuole superiori è sempre il Dagomari ad avere la più elevata incidenza con il 43%.

GLI ALUNNI CON DISABILITA’ – Nell’anno scolastico in corso gli alunni con disabilità sono 941 (110 in più rispetto allo scorso anno), pari al 2,8% del totale. La presenza di alunni con disabilità risulta maggiore, in proporzione al numero totale di iscritti, nella scuola secondaria di primo grado (3,5%). Seguono la primaria (2,8%), le superiori (2,6%) e l’infanzia (2,2%). Gli studenti stranieri con disabilità sono 355. Si stima che siano 5-600 gli studenti certificati per disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

L’ABBANDONO – A Prato l’abbandono scolastico si attesta quest’anno al 17,8% (era oltre il 18% l’anno scorso e il 20% nel 2010). Il 52% degli studenti stranieri ha abbandonato prematuramente gli studi, mentre tra gli italiani la percentuale di abbandoni è pari all’11%. A Prato risalta però la problematica costituita dagli studenti di cittadinanza cinese con oltre il 70% di abbandoni scolastici o formativi.

GLI ESITI SCOLASTICI – Nel rapporto ci sono vari indicatori relativi al voto di licenza media, al passaggio, particolarmente delicato, tra la scuola secondaria di primo grado e quella di secondo grado. E proprio per approfondire le tematiche dell’insuccesso e del rischio di abbandono il Report si sofferma anche ad analizzare fin dalla scuola primaria e media il fenomeno del ritardo negli studi, consistente per gli stranieri ma presente anche per gli italiani. Rilevante è comunque il dato della mancata promozione nelle superiori, che riguarda quasi il 20% degli studenti e tocca il 30% per le prime, mentre un altro 21% ce la fa solo a settembre.

DROP-OUT – Per approfondire l’efficacia della formazione professionale destinata a chi è fuoriuscito dalla scuola l’Osservatorio ha condotto attraverso la FIL una ricerca intervistando 251 ragazzi che partecipano ai corsi per chi ha abbandonato la scuola. Ben il 61% ha interrotto gli studi in prima, a causa dello scarso interesse allo studio, ma anche alle caratteristiche del sistema scolastico. L’80-90% degli studenti è soddisfatta del corso di qualificazione professionale che sta seguendo e il 70% pensa che costituisca un buon collegamento con il mondo del lavoro.